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venerdì 5 aprile 2013

Una storia non come le altre...

Oggi racconterò una storia che forse conoscono in pochi.
Nel lontano 1977, in provincia di Roma, l'ennesima crisi economica colpiva con vigore una buona fetta della popolazione residente nell'hinterland della capitale.
Un gruppo di giovani, mossi da nuovi ideali di crescita e dalla voglia istintiva di non morire di fame, stanchi delle solite promesse di aiuto, si sono messi in gioco davvero.
Erano giovani, forse incosapevoli, certo un pò matti e sicuramente considerati "non normali" dagli altri concittadini.
Fatto sta che presero in spalla le zappe. Zappe vere, quelle che sono in grado di formare duri calli sulle mani. Si avviavano verso qualcosa che fino a poco tempo prima la gente considerava poco onorevole: La Terra.

Questo gruppo di ragazzi, certo dotati di grossa volontà, aveva un problema di fondo. Nessuno possedeva il bene fondamentale per cominciare. Nessuno possedeva la terra. Nella loro testa questo non era un problema anzi, loro consideravano la terra un bene comune e dunque non era necessario possederla.
Agli occhi di tutti questi erano dei giovani coltivatori che volevano produrre senza nessuna proprietà. La pazzia si aggiungeva alla follia.

A questo punto bisogna fare un inciso. Nel 1977, sempre a Roma, si stavano ponendo le basi per l'ennesima porcata cementizia. 6000ha (60.000.000 m2) di territorio a sud della capitale stava per essere modificato da terreno agricolo ad area commerciale con le conseguenze ben note a tutti. Quello spazio ancora "vuoto" vicino al G.R.A. faceva gola a molti.

I giovani decisero di occupare questo territorio per impiantare la loro nuova cooperativa agricola e sociale.
Folli, rivoluzionari, delinquenti, estremisti, comunisti, hippie, sbandati e drogati. Così vennero additati inizialmente.

La loro non era una semplice "comune" di come c'è ne sono in Italia, era una vera e propria azienda sociale dove gli ideali servivano per produrre dei beni, dei prodotti il più ecocompatibili possibili. Puntarono sulla agricoltura biologica, sulla vendita alternativa al di fuori delle catene della grossa distribuzione, crearono eventi per mostrare alle persone cosa intendevano per "agricoltura", impiantarono ristoranti e agriturismi per far assaggiare i loro prodotti.
Da occupazione clandestina e abusiva si trasformarono in cooperativa vera e dimostrarono che la terra "vuota" vale molto di più di una terra costruita.

Oggi questa accozzaglia di matti si chiama "Agricoltura Nuova" si è modificata nel tempo ed è diventata ufficialmente legale nel 1996. Invitiamo tutte le persone che transiteranno per Roma o zone limitrofe a fare una deviazione.
Questa non vuole essere una pubblicità (che pure si meritano per il lavoro svolto) ma ha la sola finalità di dimostrare come terreni considerati "vuoti" possono essere fonte di occupazione, ricchezza e protezione ambientale vera.

http://www.agricolturanuova.it/

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