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venerdì 12 luglio 2013

Il prezzo della modernizzazione

Signori,
siamo in crisi!
Ce lo dice il politico, l'economista, il saggio, l'esperto, il giornalista, il vescovo e persino il parrucchiere mentre ci sta tagliando i capelli.
In quel caso noi non ci facciamo caso poichè la nostra preoccupazione e che faccia un buon lavoro sulla nostra acconciatura.

Ok. Abbiamo capito. SIAMO IN CRISI!
Al contrario dei molti, noi siamo conviti che la crisi non sia originata dal non-consumo.
"Per far ripartire l'economia bisogna comprare, consumare, spendere..."
Questo non serve per uscire dalla crisi. Questo periodo storico non deriva solo dal collasso economico anzi, siamo propensi a dire che quello è proprio l'aspetto marginale.
Per la prima volta dopo la rivoluzione industriale si sta cominciando a capire che produrre e acquistare non vuol dire crescere.

Noi siamo su un pezzo di roccia, neanche tanto stabile, lanciata attorno ad una stella alla modica velocità di 106.000 km/h. Non abbiamo alcuna possibilità di fuga.
Dalla giostra non si scende!

Dunque, ricapitolando.
Noi siamo attorno ai 7 miliardi in aumento, l'acqua esiste solo sulla Terra e solo il 4% circa è utilizzabile direttamente. L'atmosfera è una e irriproducibile.
Detto questo e dato il nostro ottimismo, siamo spacciati!

In realtà ci si può salvare approfittando proprio di questo periodo di crisi. Il vecchio modello di consumismo è servito ed era anche positivo per certi versi ma oggi, come tutte le cose, ha raggiunto l'obsolescenza.
Non è più un modello sostenibile e perseguibile.

Le nuove aziende che vinceranno saranno quelle "green". Aziende che hanno ben in mente il percorso dei materiali e adottano politiche di riciclaggio e depurazione degli scarti.
Il rifiuto diverrà sempre più costoso! Le aziende che producono rifiuto non potranno avere un bilancio in buone condizioni.
Tanto è vero che le industrie inquinanti richiedono i servigi poco puliti (è il caso di dire) della mafia per lo smaltimento. Altrimenti sarebbero in perdita già da ora.

Il rifiuto non potrà essere più rifiuto e la materia prima non potrà più essere materia prima. Non sono necessarie manovre politiche per sistemare questa crisi.
E' necessario rivedere tutti i piani di produzione. Dove si può riciclare e utilizzare "materia seconda" (quella derivata da riciclo) bisognerà farlo. E' l'unico modo plausibile per le aziende di far ripartire la produzione.

Il rifiuto è energia persa e l'energia costa.
Lo stesso vale a casa nostra. Un esempio.
Andate a fare la spesa al supermercato. Quando comincerete a ritirare le cose acquistate vi renderete conto che avrete un sacco di rifiuti (confezioni, vaschette, imballaggi, ecc...).
Questo rifiuto finisce subito in spazzatura anche se noi lo abbiamo pagato caro e salato!
Questo è il primo costo del rifiuto seguito dal costo di smaltimento (tasse sulla spazzatura).

Ci sono poi costi secondari.
Per esempio: inquinare l'acqua e l'aria vuol dire che per recuperarne di pulita ci vogliono maggiori sforzi e costi. Costi che poi si ripercuotono sul costo del servizio che noi tutti paghiamo.

Qui di seguito inseriamo un video molto bello che fa capire le falle del vecchio sistema e i vantaggi del nuovo sistema.
Dal consumo al riutilizzo. Con questo non significa che le industri non servano più ma anzi, ne servirano di nuove. Quel che comporta questo nuovo sistema produttivo è il cambiare punto di partenza per produrre.
La filiera non dovrà più iniziare da materiale "vergine" ma bisognerà utilizzare sempre materiali di riciclo.

 O così, o non se ne uscirà mai! Buona visione...



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