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lunedì 19 agosto 2013

Sostenete le vostre colture!

Oggi parliamo di sostegno.
No, le vostre coltivazioni non sono depresse e voi non dovrete consolarle standogli di fianco e sussurrandogli frasi d'amore (peraltro alcuni lo fanno).

Si parla di sostegni fisici o tutori.

Come certo saprete, molte coltivazioni necessitano cure che vanno al di là di quelle standard. Nel corso dei secoli popolazioni sparse sul territorio hanno adottato vere e proprie costruzioni ingegneristiche atte a sostenere la propria produzione.

Il fatto di sostenere o no un ortaggio dipende dalla fisionomia dell'ortaggio stesso ma, spesso, anche dalle diverse culture evolute dagli orticoltori nei secoli.
Basti pensare ai pomodori. Molti adottano un sistema di tutori per sostenere la pianta, altri le fanno strisciare a terra.
Non solo. Anche il tipo di tutore cambia in base al luogo. C'è chi usa una grata, chi dei singoli paletti, chi opta per l'utilizzo di una struttura che circondi la pianta creata da 3/4 paletti incrociati (tipo tepee indiana).
Eppure la pianta è sempre la medesima.

Facciamo un primo distinguo al fine di catalogare i sistemi di sostegno.

Sostegno condiviso o sostegno individuale?
I sostegni condivisi sono quel tipo di strutture che ospitano più piante.
Le grate, i filari, le reti, le pergole, ecc...
Una struttura unica sostiene l'intera coltura.

I sostegni individuali sono rappresentati da un sistema di sostegno per ogni singola pianta.
I pali sono il tipico esempio. Vi sono anche sistemi di più pali intrecciati per ogni pianta che rientrano in questa categoria.

I sostegni condivisi hanno vari vantaggi. Anzitutto ci vuole meno materiale specifico. Ciò vuol dire che a parità di numero di piante abbiamo un costo d'opera minore. In secondo luogo è esteticamente meglio vedere un filare ordinato o una grata rispetto a molti pali distribuiti a caso.
C'è anche da osservare che la resistenza di un insieme di sostegni uniti è maggiore rispetto ai singoli pali. L'unione fa davvero la forza.
Di contro abbiamo la rigidità organizzativa maggiore. Un filare o un insieme di tutori legati tra loro sono inamovibili durante la stagione. Una volta deciso il luogo, la forma, il materiale quello rimane almeno sino a fine coltura se non per decenni (esempio classico i filari di una vigna).

(sostegno condiviso)



I sostegni individuali hanno un costo maggiore in rapporto a quelli condivisi. Basti solo pensare al tempo per infilare un bastone dietro ogni pianta.

In ogni caso sono ottimi per piante singole e si prestano ottimamente a modifiche. Si possono installare quando si ritiene più opportuno e si possono togliere, spostare o sostituire in qualsiasi momento.

 (sostegno individuale)

Il secondo distinguo è il materiale.

Sintetico, vegetale o metallico?
Ci sono pali e reti di ogni materiale. Dai tondini di ferro per armature, ai pali di bambù o nocciolo sino ai pali e le reti di materiale plastico.
Ciò che cambia è il costo, la durata, il peso e la sostenibilità ecologica.
I tondini di ferro si prestano per i filari. Sono indistruttibili, facilmente impiantabili nel suolo, resistenti alle sollecitazioni. Hanno tre problemi principali: il peso che è notevole, il costo che non è certo irrisorio e il fatto che, se dispersi nell'ambiente, creano evidenti problematiche.
E' inoltre necessario avere una sega circolare con disco da taglio per tagliare a lunghezza adeguata i pali.

I pali di bambù sono ottimi per essere intrecciati a comporre una grata di sostegno. Flessibili, leggeri, adattabili e si tagliano facilmente con un seghetto.
Il problema è il costo (se non si hanno a disposizione bambù a casa propria) e il facile deterioramento dovuto al fatto che si sta parlando di materiale vegetale. Ogni 2/3 anni (se va bene) bisogna rifare tutto.

I pali e le reti di plastica sono comode, economiche, facilmente reperibili, indistruttibili e riutilizzabili come il ferro ma molto più leggere. Certo avere plastica nel proprio orto dà da pensare sull'ecosostenibilità del sistema.
Per iniziare la propria coltivazione vanno bene ma, in seguito vi consigliamo di spingervi verso materiali più sostenibili ricordandovi di riciclare o riutilizzare la plastica senza disperderla in ambiente.

 (zucca che corre su rete di plastica)

(rete e pali approntati ancora prima che nascano i fagioli)

I pali recuperati da rami di nocciolo o altre specie (castagno, ontano, ecc...) sono di certo i meno costosi. Se sapete dove si trovano piante adatte potrete andar a recuperare i vostri pali a costo zero. Certo è più difficile impiegarli nell'orto perchè, in primis, il ramo va scortecciato e fatto asciugare al fine di renderlo più resistente al tempo (sia meteorologico che cronologico) in secondo luogo a causa della diversità tra rami. E' difficile, se non impossibile, trovare rami dello stesso diametro e della stessa forma. Per questo si prestano poco alla creazione di sostegni condivisi.

Come detto all'inizio non possiamo dire quale sia il metodo migliore proprio perchè ogni luogo ha le sue tradizioni. In ogni caso ricordiamo che è comunque meglio tenere lontano da terra i frutti (o la parte edibile) poichè il suolo è ricco in microrganismi dannosi non solo per la nostra salute ma anche per la salute della coltivazione. Agenti responsabili di diverse patologie (per esempio la marcescenza) potrebbero distruggere il nostro raccolto.

(sistema ibrido, pali singoli legati tra loro)

Per tali ragioni, anche se si è deciso di far strisciare la propria coltivazione è necessario individuare il frutto e sostenerlo ad una certa altezza dal suolo. Molti lo fanno con le zucche. Non forniscono alla pianta alcun sostegno ma si limitano a porre uno spessore sotto i frutticini in formazione.

(la pianta è strisciante ma il frutto è tenuto sollevato con una cassetta di legno)






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