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venerdì 23 agosto 2013

Proteggete la frutta, l'attacco vien ronzando!

Stiamo entrando nel periodo di massima raccolta della frutta più comune.
Come certamente molti di voi sanno, gli molti degli imenotteri (insetti come vespe, calabroni, ecc...) sono golosi dei frutti in maturazione.
Sono in grado di divorare interi frutti nell'arco di poche ore.

 (calabrone atterrato su fico già aperto)

Non solo. Come tutti sappiamo questi animali sono dotati di pungiglione con cui sono in grado non solo di difendersi ma anche di attaccare l'incauta persona che sta raccogliendo la propria frutta.

Non c'è da scherzare con questi insetti. La loro capacità di pungere e di organizzarsi in gruppi rendono la maturazione e la raccolta un compito arduo.

Più il frutto è zuccherino più è soggetto ad attacco. Piante come il fico o la vite sono le più colpite.

 (calabrone su fico, da notare la tipica morsicatura sfrangiata del frutto)

Prima di continuare c'è da sfatare un mito. Anche le api sono imenotteri ma, queste si sono evolute per succhiare il nettare dei fiori. Durante l'evoluzione le mandibole di questi insetti utilissimi hanno perso molta della loro forza. Per tale ragione le api non sono in grado di attaccare e aprire la buccia della frutta.

Molte volte si vedono anche api succhiare polpa dalla frutta sugli alberi ma, si può dire con certezza, che si trovino lì solo per approfittare di frutta già attaccata da qualche altro insetto.
Qualcuno fa il lavoro sporco e le api ne approfittano indisturbate.

(mandibola di ape e vespa a confronto)

(possenti mandibole del calabrone in primo piano)

Ricordiamo anche che le api stanno a debita distanza dai calabroni che, data la loro natura aggressiva e la loro dieta onnivora, rappresentano per l'utile insetto un rischio troppo grande da affrontare.

Veniamo al nostro obiettivo.
Come fare ad evitare questo grave rischio senza danneggiare le utili api, l'albero e la salute dei raccoglitori e/o consumatori?

Facile. Basta una bottiglia di plastica vuota. Invece che buttarla via tenetela con voi. Vi sarà utile e, a breve, vi spiegheremo il perchè.

I calabroni, cosi come le vespe, sono molto golosi degli zuccheri ed è per tale ragione che compiono chilometri per venir ad attaccare le vostre piante.

Per questo dovrete riempire di latte mischiato a birra (chiara e poco amara) la vostra bottiglia riciclata.
Fermatevi a circa 3/4 dell'altezza. Con un ferro rovente fate un buco appena sotto la chiusura a vite.
Infilateci un fil di ferro e bloccatelo mentre all'altra estremità fateci un gancio per appenderlo e togliero facilmente dai rami. Il tappo può servire se è in arrivo pioggia o temporale per chiudere temporaneamente la bottiglia. Gli insetti tendono a non volare sotto la pioggia, per cui anche se le trappole rimangono chiuse non c'è alcun rischio.
Riapritele appena finisce la pioggia.
3 o 4 bottiglie per pianta arborea possono bastare.

All'interno della bottiglia rimarranno intrappolate decine di calabroni e vespe.
Cambiate il mix latte e birra quando troverete le bottiglie sporche.

(trappola a bottiglia e calabroni morti)

Perché funziona?
Funziona a causa di una sinergia di caratteristiche.
Anzitutto la forma del contenitore (bottiglia) che ha un collo stretto che ostacola l'uscita. In pratica si crea un senso unico in ingresso.
In secondo luogo gli ingredienti utilizzati. Il latte è ciò che attira questi insetti. Un liquido così nutriente e dolce non può passare inosservato.
Le api sono meno attratte da questo liquido in quanto abituate ad un altro molto più dolce, il nettare.
A volte capita di vedere alcuni esemplari morti all'interno della bottiglia ma, rispetto alle altre due specie, è un caso raro.
Infine c'è l'alcol della birra.
E' la sostanza "tossica" che uccide le vittime della trappola e impedisce loro di volare via. Come detto la birra deve essere la più dolce possibile. Un lager in lattina di quelle che costano niente sono perfette.

(una finezza, per chi vuol fare il primo della classe!)

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