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martedì 13 agosto 2013

Inevitabile spreco

Oggi parliamo ancora di inquinamento.
E' uno dei nostri argomenti principi ma il post che andremo a scrivere valuterà questa problematica da un punto di vista differente.

Non parleremo di "gas serra", di petrolio, di società moderna. Non moralizzeremo sui nostri impropri comportamenti quotidiani ma analizzeremo l'inquinamento dal punto di vista di una mancata resa (o spreco).

Vi ricorderete sicuramente, dagli insegnamenti scolastici, che vi sono diverse forme di energia e che ogni energia si può trasformare in un'altra forma ma ciò comporta inevitabilmente una perdita.
Non esiste una trasformazione (o un'azione) che abbia una resa del 100%!

L'esempio classico dei professori è il motore. Noi mettiamo carburante, accendiamo il motore e attraverso una serie di componenti meccanici trasformiamo l'energia chimica del carburante in energia meccanica che produce il movimento. Il motore produce però anche calore che viene dissipato. Questa forma di energia è uno spreco perchè non contribuisce allo scopo per cui è stato progettato il motore.

Ci veniva spiegato più o meno in questa maniera. Il professore si dimenticava di dire che anche i gas di scarico sono uno spreco poichè i motori non sono in grado di bruciare la totalità delle molecole di carburante e immettono in ambiente del benzene ancora utilizzabile.
Ora non stiamo qua scoprire come gli ingeneri meccanici abbiano escogitato dei sistemi per ottimizzare la combustione dei motori e aumentare la resa.

Il succo del discorso è un altro. Non esiste azione senza spreco. Questa legge fisica è imprescindibile sia per noi umani che per ogni essere vivente o non vivente.

Un piccolo inciso.
Chi ci conosce da tempo sa che noi siamo contro la filosofia vegana. Non tanto perchè li reputiamo avversi al fanatismo o perchè li consideriamo "diversi" o "strani" (si sa che la diversità o la stravaganza sono risorse e non debolezze!) ma in quanto le loro teorie fanno acqua da tutte le parti.
Tra queste teorie ce ne è una ricorrente che capita proprio a fagiolo.
Un'accusa che muovono è che per produrre carne si debba inquinare. Un allevamento inquina più di una fabbrica e consuma una quantità di risorse enormi rispetto alla quantità di carne prodotta.
E' vero! Specie in campo bovino, l'allevamento intensivo provoca diverse serie problematiche.
Noi siamo i primi a dire che l'alimentazione "all'americana" tutta proteine sia una schifezza. Basta vedere i risultati di obesità "made in USA". Siamo contro un utilizzo smisurato di carne e contro l'allevamento intensivo (stile catena di smontaggio) in cui tutto finisce triturato e compattato in hamburger da distribuire ai fastfood.
Nonostante ciò sappiamo bene che anche l'agricoltura vuol dire inquinamento.
Quanta energia richiede lavorare il terreno?
Quanta acqua  è necessaria per coltivare il mais?
Quanti pesticidi sono utilizzati per produrre un chilo di pomodori?
Quanto fertilizzante chimico serve per avere la nostra insalata nel piatto?
Il nostro stesso corpo, pur essendo qualcosa di incredibile, è inquinante.
Noi mangiamo, beviamo e ci muoviamo e di conseguenza espelliamo prodotti ancora preziosi da un punto di vista energetico (rifiuti organici e calore) che rappresentano scarti da noi non più utilizzabili (ma utilizzabili da qualcun altro).

A ogni azione corrisponde uno spreco e ogni spreco equivale ad una forma di inquinamento.

L'ambiente naturale ci ha messo miliardi di anni a far fronte a questo "difetto" cercando di trasformare gli scarti in risorse per altri viventi. L'utilizzo ciclico delle risorse non è nient'altro che questo: una forma di riciclaggio naturale messo a punto con tempistiche non umane.
L'uomo "moderno" che, in rapporto all'evoluzione del pianeta rappresenta gli ultimi secondi di un anno, non ha ancora imparato a far ciò ma, inevitabilmente, dovrà trovare un modo per poter aumentare la resa di ogni trasformazione e/o azione e cercar di riciclare o riutilizzare ciò che prima veniva definito come "rifiuto".

La benzina per questa evoluzione è la consapevolezza personale. Ognuno di noi è portato a cambiare le proprie abitudini se si comprendono pregi e difetti attuali e se anche le altre persone ne comprendono i rischi.
Noi tutti emuliamo i nostri vicini. Se la nostra società si dirige verso un obiettivo e segue una strada, molto probabilmente noi faremo lo stesso. 

Quando la prassi del riciclaggio sarà percepita come normalità delle cose, solo allora inquinare sarà considerato inaccettabile.

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