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sabato 8 giugno 2013

L'equilibrio dell'orto

Per introdurre l'argomento odierno cominciamo a guardare questa foto:


Noterete subito l'ordine e la pulizia di questo orto. Veramente uno spazio tenuto in modo impeccabile.
La bellezza percepita dalle persone si scontra, però, con l'equilibrio naturale. Si può dire che il nostro senso estetico non è ecocompatibile.
Salvo eccezioni particolare (es: deserti, roccia nuda) non esiste al mondo una superficie terrestre che non sia colonizzata da piante. La terra nuda non è naturale.
Pensiamoci. Ogni terreno lasciato libero viene coperto in breve tempo di essenze erbacee e, se lasciato incolto, potrà evolvere verso una copertura arborea. E' l'evoluzione naturale più comune.
Ogni volta che noi cerchiamo di andare contro questa strada evolutiva dobbiamo investire energia sempre maggiore per contrastare la naturalità degli eventi.

Capiamo che un orto come quello mostrato in foto si allontana dall'equilibrio naturale perchè lascia notevole spazio vuoto, terra scoperta. Per mantenerlo tale è necessario strappare le nuove erbacce che continueranno a crescere. Noi dobbiamo immettere nel sistema sempre nuova energia: diserbanti (energia chimica) o motozappe (energia meccanica).

Ora guardate questa foto:


Esteticamente è un orto meno "bello" rispetto al precedente.
Possiamo però subito notare che non esiste porzione di terra nuda. Tutto è coperto dalle coltivazioni in atto e da uno strato di materiale naturale di vario genere.
Nel caso specifico vediamo un orto sperimentale in cui si sta procedendo a diversi esperimenti di copertura. Dalla classica paglia, alle foglie fino all'utilizzo della lana.

La composizione e la struttura del terreno non è adatta a sostenere l'irraggiamento del sole. I preziosi microrganismi presenti non sopportano il bombardamento dei raggi UV e l'erosione aumenta in modo esponenziale su un suolo nudo; per questo noi dobbiamo proteggerlo con una copertura "artificiale".
Altra caratteristica da non sottovalutare è la minor evaporazione d'acqua. Il terreno pacciamato mantiene l'umidità ed evita pericolosi stress idrici alle colture in atto.

In questo caso è l'uomo a decidere che copertura adottare, evita la naturale crescita spontanea di erbe infestanti fornendo un'alternativa: uno strato di materiale morto.

Attraverso quest'azione noi assecondiamo la naturalità degli eventi evolutivi utilizzando però materiali scelti arbitrariamente da noi e permettendo al sistema di sostenersi senza immettere energia in continuo.

Si possono utilizzare differenti materiali in purezza o miscelati. La scelta si può calibrare in base al tipo di terreno, al clima, alla reperibilità del materiale, alla superficie da coprire, ecc...

La paglia, per esempio, è un materiale durevole. Ha bisogno di climi umidi altrimenti persiste per troppo tempo senza degradarsi, si può utilizzare in terreni compatti così che, finita la coltivazione, si può interrare e favorire una migliore struttura del suolo.
Le foglie sono, generalmente, di più veloce degradazione (la velocità dipende dal tipo di foglia) quindi può andar bene in climi più asciutti.
Insomma, ogni materiale ha il suo luogo ideale d'utilizzo.

Ognuno di noi può sperimentare e affinare la sua tecnica nel corso degli anni.

Non importa quale sarà la vostra tecnica ma ricordatevi: un terreno nudo non è naturale!



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